Versione
- Professoressa : Complimenti Bizzozero, ha preso 4!
- Studente : Bella, mi alza la media!
La versione di greco o di latino è un terribile ed efficacissimo metodo di tortura psicofisica non ancora abolito al quale vengono sottoposti costantemente gli alunni di liceo classico (e un po' anche quelli del liceo scientifico).
Svolgimento di una versione
La versione[1] può essere svolta in diversi modi, a seconda del vostro sesso e delle vostre conoscenze. Ecco quindi a seguire come svolgono la versione:
Il secchione bastardo
Essere emarginato a causa del suo Q.I. al di sopra del livello medio della classe[2] è per lui motivo di vanto, poiché la sua bravura lo pone su un livello nettamente superiore a quello del volgo sudicio e ignorante con cui, disgraziatamente, è costretto a passare gran parte delle sue giornate. Quando gli viene chiesta una copia della versione, sfrutta diverse tattiche per non condividere le sue vastissime conoscenze con il resto dei suoi compagni:
- passa una traduzione del tutto errata spacciandola per corretta, anche se è chiaro che una cesta di vimini non c'entri nulla con una versione sulle guerre puniche;
- dà il suggerimento corretto, ma urlandolo a squarciagola, in modo da farsi beccare dal docente che, prontamente, lo zittisce prima che possa terminare; poi guarda il malcapitato con finto dispiacere per non essere riuscito ad aiutarlo;
- chiede al professore di incollare il suo banco alla cattedra, in modo da rendere più o meno impossibile che qualche pazzo possa chiedergli dei suggerimenti.
Il secchione desideroso di stima
Ha svenduto il suo ultimo briciolo di vita sociale e dignità per studiare il latino e il greco. La tradurrà appena in tempo per passarla a tutto il resto della classe e ottenere, almeno così pensa lui, il rispetto e l'ammirazione del resto di tutti.
Il fortunello
Unico essere vivente che è in grado di tradurre quasi correttamente una versione pur non sapendo nulla o quasi nulla della grammatica, di solito è il più lento della classe e rifiuta acriticamente ogni biglietto, il che lo rende spessissimo asociale. Si dice che alcuni di questi esemplari siano riusciti una volta a prendere sei ad un compito in classe senza l'uso del vocabolario.
La gnocca
Lei invece ha svenduto la sua verginità, la sua bocca e le sue tette per ottenere le versioni dal secchione della classe, cosa che le è valsa il diploma.
L'attrezzato
Questo tizio ha tutti gli ammenicoli possibili e immaginabili per copiare in autonomia. Un tempo, era quello con addosso talmente tanti bigliettini che, se srotolati e uniti, avrebbero potuto ricoprire interamente la superficie dell'edificio scolastico; i più sofisticati, poi, avevano direttamente fogli strappati dal libro di grammatica latina e greca direttamente nel dizionario, mentre i più discreti[3] passavano giornate intere a riscrivere a caratteri microscopici le varie nozioni grammaticali negli spazi vuoti del dizionario stesso. Oggi, anche il modo di copiare un compito in classe si è adeguato ai tempi: infatti, di solito l'"attrezzato" si connette a internet col cellulare per poi cercare la versione, oppure la manda via SMS a un "affiliato" che provvederà a tradurgliela. Poi la copierà interamente sul foglio senza nemmeno sapere cosa stia scrivendo. Infine, la consegnerà dopo un po' con un sorriso sardonico/ebete, in quanto convinto di aver gabbato il professore, senza essere a conoscenza di una cosa chiamata "interrogazione orale", dove farà una figura di merda tale che sarà costretto a cambiare nome e a fuggire in Brasile.
Il raccomandato
Il solito riccone figlio di papà che tutti odiano e invidiano allo stesso tempo. Gli basta mettere il culo sulla sedia per aver dieci. Quando si deve svolgere il compito in classe, non appena il professore consegna i fogli contenenti la traccia scrive sul fronte del foglio "Si ricordi di chi sono figlio" e il suo nome sul retro; poi mette assieme compito e traccia e li consegna sulla scrivania del professore dicendo:
Dopodiché va vicino al bagno delle ragazze per fumare la pipa a bolle di sapone e fare lo sborone con loro.
Lo studente semplice
Lui è il martire, nonché l'oggetto di sfogo della frustrazione professionale e personale del professore. S'immola e si sacrifica a ogni compito per ottenere l'agognata sufficienza. Fa il compito quasi da solo, chiedendo solo ogni tanto qualcosina al compagno di banco, e perciò si danna l'anima. Sfortunatamente, gli verranno segate le gambe alla maturità, o prima di arrivarci, impazzirà, stremato dalle angherie del professore, e per la depressione andrà a fare lo scaricatore di porto, condannandosi così a una vita di rimorsi e desolazione. Anche se per breve tempo, perché verso i trenta si suiciderà[4].
Il fancazzista
È una delle tante teste di cazzo finite al classico/scientifico solo per volere dei genitori, quando invece le sue capacità non gli consentono neppure di comporre frasi di più di tre parole in italiano, nei casi migliori, figuriamoci in latino o greco. Svolge la versione facendo versi scimmieschi e perdendo bava dalla bocca. La buona riuscita del compito non rientra nei suoi minimi interessi, in quanto sa già che verrà bocciato (probabilmente non per la prima volta).
Il kamikaze
È l'unico somaro semi-analfabeta della classe a godere del rispetto di tutti, perfino dei professori: mentre la maggior parte degli studenti, infatti, decide di non presentarsi a scuola quando è impreparata e sa che c'è un compito in classe, il kamikaze arriva puntuale, si siede al suo posto e consegna il compito in bianco, perché almeno così sa che quella è tutta farina del suo sacco. Si rifiuta categoricamente di copiare, anche quando il compito gli viene passato per intero, per essere fedele ai suoi princìpi di integrità morale.
Il burlone
Un altro esempio di studente ormai rassegnatosi alla sua ormai immutabile condizione di asino: è talmente sicuro di non avere vie di scampo da copiare qualsiasi idiozia gli venga spacciata per buona; non essendo mai solo, poi, si diletta a prendersi gioco degli altri compagni che stanno sulla sua stessa barca passando loro, appena gliene si fa richiesta, dei bigliettini che dovrebbero recare la traduzione della versione. Invece ci disegna sopra solo delle abnormi forme falliche, come fanno i bambini delle elementari quando vedono dei peni sui loro libri di scienze.
Il perseguitato
All'inizio del compito in classe viene prontamente spostato più avanti possibile dalla prof. Non si sa se per colpa reale o immaginaria, ma non appena si sente un respiro, uno scricchiolio o un peto lo studente perseguitato viene espulso dalla classe, senza aver nemmeno fatto in tempo a scrivere il suo nome sul foglio.
Fasi di una versione
Stando a quanto dice il professore, bastano tre semplici passi per tradurre la versione:
- attraverso le proprie conoscenze grammaticali, mettere nel giusto ordine sintattico le varie parti del periodo;
- tradurre il significato delle varie parole;
- dare qualche ultimo ritocco alla traduzione.
Ricordiamoci però, che questo professore è lo stesso che ha detto:
Riferendosi a una versione scritta chiaramente in lingua araba, facendo così crollare l'autostima e i testicoli a tutti gli alunni presenti; quindi non bisogna assolutamente prendere per oro colato ciò che dice.
Piuttosto, seguite il consiglio di un esperto:
- leggete la versione
- traducetela parola per parola nell'ordine in cui le stesse vi vengono date
- se non conoscete il significato di un vocabolo, traducetelo a simpatia
- copiate il tutto in bella
- consegnate
Congratulazioni! Avete appena ottenuto 2[5]! Siete felici? Ne sono sicuro.
Voci correlate
Note
Categoria:lingue Categoria:scuola Categoria:cose di cui non si sentiva affatto il bisogno