Vicenza Calcio
Il Vicenza Calcio è senza dubbio la squadra più vincente tra quelle che si chiamano Vicenza Calcio. Annovera nel suo palmarès (dal latino palmarès) 30 partecipazioni alla Serie A, la vittoria di una Coppa Italia e una semifinale di Coppa del Nonno.
Dati i grandi risultati ottenuti nel corso della sua storia centenaria, la società è stata ribattezzata dalla stampa sportiva la Nobile Provinciale, Real Vicenza e La squadra che prende goal al 4° minuto di recupero.
Tra le sue fila hanno militato due futuri vincitori del Pallone d'oro: Roberto Baggio e Francesco Coco.
La storia
I primi anni
Il Vicenza Calcio viene fondato nel 1902 da un gruppo di amanti del calcio stanchi di dover tifare squadre come il Rovigo e il Mussolengo. La prima partita nella storia del club è Vicenza - Alessandria, terminata 0-0 perché entrambe le squadre si erano dimenticate a casa il pallone.
Sulla squadra mette gli occhi l'industria tessile Lanerossi, che controlla ogni attività della città, dalla vendita di baccalà allo sfruttamento della prostituzione. Inizialmente i soci fondatori rifiutano di vendere, così che la Lanerossi si vede costretta a piazzare delle bombe sotto alle loro auto per convincerli a firmare.
Grazie ai capitali della Lanerossi, la compagine berica fa grandi progressi e passa dal giocare da schifo nei campionati dilettantistici al giocare da schifo in serie A. Unico neo è che la proprietà, per farsi pubblicità, obbliga i calciatori a giocare con addosso dei pruriginosi maglioni di lana a collo alto.
L'idolo della curva è il bomber Pietro Spinato, che secondo le cronache dell'epoca una volta ha quasi segnato un goal.
Il Real Vicenza
Il Vicenza passa poi al vulcanico Giuseppe "Giussy" Farina, che si rende autore di alcune proposte singolari, come ad esempio quella di radere al suolo la Basilica Palladiana per farci un nuovo stadio, o quella di spostare la franchigia a Los Angeles per incrementare il giro d'affari.
Ha però il merito di mettere sotto contratto l'allenatore Giovan Battista Fabbri e il bomber Paolo Rossi, due che faranno le fortune del Vicenza e di tutti i venditori di vino sfuso della zona. In breve il Vicenza sale ai vertici del calcio nazionale, sfiorando la vittoria del campionato 1977-78, vinto poi dalla Juventus perché il regolamento dell'epoca dice che negli anni pari lo scudetto è sempre della Juve. In estate Barcellona, PSG e Manchester City si fanno avanti per comprare Rossi, ma Farina lo trattiene offrendogli 2 miliardi e 612 milioni di lire, più un viaggio alle Canarie e un'affettatrice (offerta record per l'epoca).
L'anno dopo però Rossi si fa male alla terza giornata e alla quarta il Vicenza è già retrocesso. Vi rimane in ibernazione fino al 1995, quando un ciclista trevigiano che si era perso da quelle parti decide di prendere in mano le redini della squadra: quello sventurato ciclista risponde al nome di Francesco Guidolin.
Il sogno europeo
Con l'avvento di Guidolin e del suo rivoluzionario schema chiamato "lancio lungo e speriamo che la palla arrivi a qualcuno dei nostri là davanti", il Vicenza negli anni '90 torna a macinare gioco e a incantare le platee (che però rimangono vuote).
Dopo una rocambolesca promozione in serie A ottenuta grazie all'oculata scelta di regalare buoni pasto a tutti gli avversari, la squadra biancorossa si rende protagonista di un'epica cavalcata in Coppa Italia, vinta in finale contro l'imbattibile Napoli di Maradona e Nino D'Angelo.
Ma non è finita qui. Qualificata per la Coppa delle Coppe, una manifestazione che in quanto ad appeal è seconda solo a Rosi Bindi in déshabillé, il Vicenza elimina nel corso del torneo autentici squadroni del calibro di Legia Varsavia, Roda JC e Paperopoli. Il suo eroico cammino termina in semifinale contro la formazione Allievi del Chelsea, che poi vincerà il trofeo.
Gli anni recenti
Nella stagione 1998-99 la squadra passa da Guidolin a Oronzo Canà e a fine anno la retrocessione, indicata come obiettivo stagionale, arriva senza troppi patemi. Nelle stagioni seguenti il Vicenza soffre soprattutto i molti avvicendamenti in panchina: all'ombra dei Berici passano - tra gli altri - Silvio Baldini, Edy Reja, Eddie Guerrero e Dodò dell'Albero Azzurro.
Dopo ottantacinque campionati consecutivi in Serie B, nella stagione 2013-14 la squadra cambia marcia e torna alla serie che più le compete. La Lega Pro.
Il Vicenza però non si lascia abbattere e, contro ogni pronostico, torna subito in B grazie a una strategia collaudata negli anni: sfruttare il fallimento delle altre società per farsi ripescare.
Ma grazie ad una bella botta di culo riesce ad arrivare terzo nella stagione 2014-2015 e per sua fortuna non riesce a salire in Serie A.
Dopo 2 anni, facendo tempo a purgare i veronesi al Menti, torna di nuovo in Lega Pro: il primo anno termina ultimo in classifica, pagando le bollette coi soldi del Monopoly. A quel punto il padovano medio si aspettava il tanto agognato fallimento, ma i suoi sogni vengono distrutti dall'avvento del Messia: Renzo Rosso. Serie A promessa in 5 anni, puttan tour incluso. Ce la faranno i nostri eroi?
La tifoseria
Il tifoso vicentino che si rispetti beve. Preferibilmente vino rosso, ma all'occorrenza non disdegna vino bianco, birra, grappa, superalcolici o disgorgante per wc (il tifoso vicentino non è mica schizzinoso).
Egli, essendo una persona seria, beve rigorosamente in due occasioni: quando mangia e quando non mangia.
Il suo stato di costante ubriachezza gli permette di sopportare con pacata rassegnazione le tribolazioni a cui lo sottopone la sua squadra. In un angolo del suo fegato, però, egli coltiva il sogno di poter un giorno rivedere il Vicenza calcare le più prestigiose scene italiane e internazionali. Il sogno, purtroppo, è destinato a rimanere tale sia per l'incerta situazione societaria del Vicenza, sia perché in genere la cirrosi epatica stronca il tifoso biancorosso attorno ai 37 anni d'età.
L'evento più atteso dal tifoso biancorosso è ovviamente il derby contro l'Hellas Verona, un nobile faccia a faccia sportivo in cui gli ultras delle due fazioni si sfidano nel lancio di bestemmie, lavandini, fumogeni e sampietrini.
Altre rivali storiche sono Triestina, Salernitana, Fidelis Andria e la Nazionale di calcio di Città del Vaticano.
Gli ultras del Vicenza hanno un forte gemellaggio con Beppe Bigazzi, esportatore della ricetta del gatto alla vicentina nel mondo.
Giocatori celebri
Sono molti i campioni che hanno legato indissolubilmente i propri nomi alla gloriosa storia del Real Madrid.
Visto però che questo articolo è sul Vicenza Calcio, la lista è ben più scarna. Ricordiamo:
- Stefan Schwoch, un ex gerarca nazista che si è nascosto in Trentino dopo la caduta del Reich.
- Roberto Baggio, l'unico buddista al mondo a cui sia concesso di sparare alle anatre.
- Giulio Savoini, primatista di presenze e malleoli sfasciati.
- Romeo Menti, vincitore di 4 scudetti. Col Torino, obviously.
- Ezio Vendrame, una mezzala così bizzosa che al confronto Cassano è un noioso impiegato di banca.
- Mimmo De Carlo, arcigno mediano che esordì in Serie A alla tenera età di 76 anni.
- Giovanni Lopez, l'unico capitano biancorosso ad aver alzato al cielo una coppa che non fosse il Trofeo della Porchetta di Gambugliano.
- Fabio Viviani, attualmente in fila davanti a un ufficio di collocamento.
- Luís Vinício, talentuoso brasiliano che nel 1966 fu comprato da Angelo Moratti solo per farlo smettere di segnare all'Inter quando ci giocava contro. Il figlio Massimo usa ancora questa strategia.
- Paolo Rossi. Sì, il comico.
- Marcelo Otero, attaccante uruguaiano che si faceva pagare direttamente in bicchieri di rosso. Fu arrestato nel 2001 per un tentato colpo di stato all'interno delle Cantine Maculan di Breganze.
- Massimo Ambrosini, venuto in prestito dal Milan per farsi le ossa. Altrui.
- Pasquale Luiso, famoso per la frase: "Crossatemi una lavatrice e colpirò di testa anche quella!"
Nel 1999 gliela crossarono sul serio. Da allora mangia con una cannuccia. - Luca Toni, campione del mondo di tressette acrobatico nel 2006.
- Riccardo Zampagna, che detiene il record di orecchie strappate agli avversari, ben 85. E dire che ha giocato al Vicenza per sei mesi.
- Antonino Bernardini, detto il Professore, temo con intenti di dileggio.
- Massimo Margiotta, attaccante venezuelano ora in forza al Narcos FC.
- Sasa Bjelanovic, il croato dai piedi di ricotta.
- Piermario Morosini, che si è fatto venire un infarto pur di non firmare il rinnovo col Vicenza.
Il Vicenza oggi
Il Vicenza oggi non ha giocato perché è martedì, ma se avesse giocato state pur sicuri che avrebbe perso.
Voci correlate
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