Vujadin Boškov

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(Rimpallato da Vujadin Boskov)
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Boskov poco prima di esternare una verità filosofica.
« Rigore è quando arbitro fischia! »
(Boskov su rigore)
« Rigore è quando telefono squilla! »
(Moggi su rigore)


Vujadin Boskov, detto anche Don Boskov (Zingaria, 433 - Italia, 442), poeta e filosofo. Per arrotondare, ha svolto saltuariamente vari lavori, tra cui allenatore di calcio e direttore di un'agenzia turistica.

Il giuovane Boskov

Rampollo di un'aristocratica famiglia Yugoslava il giuovane Boskov cresce nel quartiere più ricco di Belgrado e si dedica sin dalla tenera età allo studio dei grandi classici della letteratura europea e della dottrina filosofica orientale, sue grandi passioni.

A soli 12 anni però, a causa di una rivolta popolare guidata dal guerrigliero comunista Milosevic, è costretto a fuggire dalla natìa Serbia e approda in Italia, dove si dichiara immediatamente rifugiato politico.

E proprio qui, nel ridente staterello a forma di stivale, che nasce il suo amore per il calcio: guardando una puntata di Campioni rimane infatti estasiato dai sublimi versi di Ciccio Graziani, uomo di immensa cultura prestatosi allo sport per sfuggire ai fantasmi della disoccupazione, e decide che quello sarà il suo futuro.

Boskov allenatore

Dopo essersi appropriato illegalmente del patentino da allenatore di Aldo Agroppi sostenendo, a ragione, che tanto a quest'ultimo non sarebbe mai servito a un cazzo, Boskov corona il suo sogno sportivo diventando tecnico di una squadra minore, l'Inter, notissima ai tempi per essere riuscita ad arrivare quarta in un campionato di cui era l'unica partecipante.

Con l'arrivo del serbo, però, le cose cambiano: dopo lunghi mesi di intensi allenamenti fisici e interminabili sedute tecnico-tattiche, l'Inter riesce a pareggiare contro la temibilissima Squadra Primavera del Casalpusterlengo. Per Vujadin è il trionfo.

Da quel momento gli si schiudono le porte delle più grandi squadre del globo terracqueo, che egli traghetta verso traguardi mai raggiunti prima. Da sottolineare il periodo trascorso in Spagnogallo alla guida del Real Madrid durante il quale, visti i grandi successi ottenuti nel campo della malavita organizzata, si merita l'affettuoso attributo di "Don", indice di grande onorabilità e rispettabilità, e Vujadin comincia a essere universalmente conosciuto col nomignolo Don Boskov.

Dopo un lungo peregrinare ricco di soddisfazioni, il nostro si accasa all'ombra della Lanterna per allenare la squadra con cui otterrà i suoi maggiori successi e a cui sarà per sempre legato il suo nome: il Genoa.

Boskov intellettuale

Parallelamente alla sua attività di tecnico calcistico di successo, Boskov porta avanti anche il suo impegno culturale, scrivendo, nel corso degli anni, numerosissimi libri a carattere filosofico e un numero cospicuo di raccolte poetiche.

Tra le sue opere più importanti citiamo: I dolori del giovane Perdomo, romanzo sulla triste vita di un centrocampista genoano e del suo amore contrastato verso un Labrador; Dei Delitti e del Pene, trattato sul rapporto tra falli tattici, falli da dietro, falli in area, relativa sanzione disciplinare e le conseguenze fisiche del ricevere una pallonata nei coglioni mentre si è in barriera; Vialli e Mancini, opera di chiaro stampo Pulp, in cui si narrano le violenze gratuite e le sanguinose scorribande che i due protagonisti perpetrano sadicamente ai danni delle innocenti difese di varie squadre del campionato italiano, in cui molti critici vedono una chiara provocazione verso l'ipocrita e perbenista mentalità europea.

La poltrona su cui sono state concepite le opere Boskoviane.

Peculiarità degli scritti Boskoviani è l'essere stati tutti realizzati durante lunghe e impegnative sedute di meditazione effettuate negli spogliatoi durante l'intervallo delle partite.

I temi trattati in queste opere, peraltro, risentono molto dello stato d'animo dell'autore nel momento di stesura dei testi, e spaziano da riflessioni personali sulla relatività dell'Essere sino alla critica verso il predominante pensiero Moggiano.

Nell'intera produzione Boskoviana si può inoltre trovare un profondo influsso delle teorie Mosconiane sulla reciprocità tra Causa (Mona che sbatte la porta - Arbitro che fischia) ed Effetto (Turpiloquio - Rigore).

Uomo di multiforme ingegno, Boskov non si limitò solo alla divulgazione delle sue teorie per mezzo scritto, ma volle dimostrarne la bontà in modo pratico, fondando un'associazione onlus per promuovere nel mondo i valori che lui stesso propugnava: nacque così la famosa Confraternita Salesiana.

Squadre allenate

La formazione del Real Madrid allenata da Boskov
  • Poggibonsi
  • Cervia
  • Arsenal Taranto
  • Boca Senior
  • Audace Zapponeta

Palmares

  • 1 Coppa Italo-Svervegese
  • 12 Supercampionati Spagnogallesi
  • 1 Mandato Interpol di cattura internazionale
  • 3 Nobel per la letteratura
  • Un 6-- in lingua italiana

Perle ai porci

« Rigore è quando arbitro fischia! »
(Vujadin Boskov su rigore)
Gullit mentre esce di foresta.
« Meglio figlio ladro che figlio frocio. »
(Vujadin Boskov su figli)
« Io penso che tua testa buona solo a portare cappello! »
(Vujadin Boskov su cappello)
« Io penso che solo tua testa degna di portare quel cappello! »
(Vujadin Boskov su cappello di Chuck Norris)
« Se io sciolgo mio cane, lui gioca meglio di Perdomo. »
(Vujadin Boskov su uno dei tanti bidoni del Genoa)
« Treccine di Gullit io usa come Mocio Vileda »
(Vujadin Boskov su Mocio Vileda)
« Gullit è come cervo che esce di foresta »
(Vujadin Boskov su Gullit)
« Quando io visto moglie di Gullit, capito perché lui somigliare a cervo. »
« Meglio perdere una partita 6 a 0 che 6 partite per 1 a 0! »
(Vujadin Boskov dopo una colossale figura di merda di una sua squadra)
« Batistuta, per come vedo io, è atleta 100% per calcio italiano. Uno che mai sta...fatica...dai...mai è...faticand...fatico... »
(Vujadin Boskov cerca di spiegarci perché Batistuta è un atleta giusto per il calcio italiano.)
« Se uomo ama donna più di birra gelata davanti a TV con finale champions forse vero amore. Ma non vero uomo... »
(Vujadin Boskov sull'amore.)