Zecchinetta
La zecchinetta, anche detto lanzichenecco o lasqueneet, è un gioco d'azzardo popolare italiano il cui nome deriva dai lanzichenecchi che, nel XVI secolo, introdussero il gioco in Italia. Anticamente si utilizzavano 3 mazzi di carte francesi dai quali venivano eliminati i jolly e tutte le carte dal due al sei. Cosa ne facessero nessuno lo sa ma, considerando che erano d'oltralpe, siamo portati a pensare che le mettessero nel loro cu da parte.
Viene chiamato anche toppa ma non va confuso con la stoppa, che è un altro gioco per cui ci si accoppa[1].
Nella sua versione moderna viene giocato con un mazzo italiano di 40 carte, dal quale va tolta la carta "strana", quella che sta sempre nella scatola e che nemmeno Albert Einstein è riuscito a capire a cosa cazzo servisse. A turno, ogni giocatore ricopre il doppio ruolo di banchiere e mazziere, che poi è anche logico, quando vai in banca in genere sono mazzate.
Preparazione
Andate a lavarvi i denti che avete un alito che fa vomitare, già che ci siete lavatevi anche le mani che altrimenti, dopo un'oretta, le carte puzzano di carne umana. Per un tocco di classe: bicchieri e limoncello.
Svolgimento
- Il banchiere fissa i limiti massimi e minimi per le puntate e mescola bene il mazzo.
- Gli altri si spazientiscono perché "va bene mescolare" ma così ci si fa notte.
- Il mazziere fa tagliare il mazzo e colloca sul tavolo tre carte scoperte, le prime due per i giocatori e la terza per sé.
- I giocatori guardano perplessi il mazziere perché ancora non hanno capito come si gioca.
- I giocatori, istruiti alla bisogna, effettuano puntate sulle carte a loro riservate.
- Il mazziere scopre una carta dal mazzo e a questo punto:
- se la carta mostrata ha lo stesso valore della carta del banchiere, costui paga le poste ai giocatori;
- Se la carta mostrata ha lo stesso valore di quelle dei giocatori, il banchiere raccoglie le relative puntate;
- se la carta mostrata ha un valore diverso da tutte le altre in gioco, viene posta di fianco alle altre e si potrà puntare anche su questa;
- se la carta mostrata è quella "strana" siete de coccio, perché vi avevo già detto di toglierla.
- Le puntate fatte sulle carte non estratte restano in gioco.
- Finite le carte, il banchiere passa il mazzo al giocatore alla sua destra, che diventa a propria volta banchiere.
- Finiti i soldi è meglio andare via.
- Finito il tempo a disposizione (perché il pargolo esce dal catechismo) via di corsa.
- Finito di scrivere questo articolo avrò perso tempo.
Varianti
- Ascolana: invece dei soldi si puntano le tipiche olive ripiene, il gioco finisce quando tutti hanno mal di pancia.
- Brusca: si puntano le testimonianze contro la mafia, chi perde viene sciolto nell'acido, il gioco finisce quando arriva il 41-bis.
- Bunga bunga: invece dei soldi si puntano le prestazioni sessuali, il gioco finisce quando si scopre la minorenne.
- Eschimese: chi perde viene colpito con una fiocina, il gioco finisce quando si muore dissanguati.
- Politica: si puntano i privilegi da parlamentare, il gioco finisce solo se lo decidi tu.
- Gabonese: invece dei soldi si puntano le zanne di elefante, il gioco finisce quando arrivano i guardacaccia.
- Mazzetta: si puntano i finanziamenti illeciti ai partiti, il gioco non finisce mai.
Curiosità
Nel libro di Leonardo Sciascia Il giorno della civetta uno dei personaggi principali è soprannominato "Zecchinetta" per la passione nel gioco. Mio cugino è invece chiamato "Fulletto" perché gestiva una bisca clandestina, non è finito in nessun libro ma su un verbale dei Carabinieri.
Note
- ^ a questo punto la rima ci stava tutta